Il Mezzogiorno riparta innamorandosi di se stesso.
di Gaetano Pietropaolo
A volte in alcune forme di sano patriottismo è possibile scorgere forme di passione per il territorio che sono capaci di innescare cicli di sviluppo virtuosi.
In particolare, si tratta di tipologie di civismo particolarmente forti in alcune comunità come quelle del settentrione d’Italia o in Francia ad esempio, nota per lo spinto nazionalismo economico che caratterizza, tra l’altro, le scelte nei consumi dei propri cittadini.
Bene, credo che in aree in ritardo di sviluppo come quella del Mezzogiorno d’Italia, ci sia bisogno proprio di questo: un po’ di rispetto e, perché no, di fiducia verso la propria terra. In un periodo di crisi e di carenza di spesa pubblica come quello che stiamo attraversando, i cittadini meridionali dovrebbero essere capaci di dar vita a forme di sviluppo auto-organizzate partendo da una maggiore attenzione per il posto dove vivono.
Ogni gesto dovrebbe essere un atto d’amore incondizionato per la propria terra. A partire dall’attenzione alla raccolta differenziata e dal rispetto dell’ambiente fino alle scelte nei consumi, cercando di privilegiare ad esempio i prodotti di aziende locali che sono quelle che garantiscono l’occupazione nel posto in cui si vive e dalle quali inesorabilmente dipende il benessere e la fortuna di un territorio, piuttosto che di un altro.
Ovviamente, lo stesso criterio andrebbe seguito quando si vota. Ma questa è un’altra storia.
Denominatore comune delle proprie azioni allora: l’amore per il territorio. Francamente al momento non se ne vede tanto in giro nel nostro Mezzogiorno. Sono all’ordine del giorno notizie di cronaca sui reati ambientali ed è sotto gli occhi di tutti una sorta di complesso di inferiorità dei consumatori meridionali. Il più delle volte, un prodotto del Sud è percepito dagli stessi consumatori meridionali come peggiore di uno del Nord o estero, magari senza fondamento. Un pregiudizio questo, credo, di cui varrà la pena liberarsi presto.