Ancora e solo rifiuti
di Nicola Perrini
Ancora una volta, la città e la regione danno una pessima immagine di se che, immancabilmente, fa il giro del mondo. Ciò assesta un colpo mortale alle prospettive del territorio e dell’industria turistica che in esso a stento sopravvive. Eppure i luoghi, per la loro ricchezza e bellezza, meriterebbero ben altre attenzioni, facendosi volano per lo sviluppo di una regione che vanta il primato della disoccupazione giovanile.
Le responsabilità della classe politica, tesa solo al mantenimento del potere e per questo dedita al clientelismo più esasperato, sono schiaccianti. Così come appare evidente l’inadeguatezza di una classe dirigente impreparata e distratta, prodotta dalla lottizzazione, che gestisce in maniera del tutto insoddisfacente la cosa pubblica. Gli operatori economici ed i cittadini appaiono divisi e demoralizzati, non riuscendo a far sentire in maniera efficace e convinta il proprio sdegno, pur sopitamente presente in ciascuno di essi. Così non si va da nessuna parte; è necessario uno scatto di orgoglio ed una sana dose di rabbia. Gli amministratori devono essere chiamati a rispondere in prima persona del proprio operato e, se non ritenuti idonei, immediatamente cacciati. Ma per attuare questo proposito, tanto semplice da apparire persino banale, è necessario mettere da parte un’abitudine tanto usuale, quanto apparentemente innocua e persino giustificabile: la raccomandazione. Si, questa apparentemente innocente richiesta di aiuto, così giustificabile visto lo stato di necessità in cui versa molta parte della popolazione, è in realtà forse la causa principale di tutti i mali. E’ da lì infatti che nasce la tolleranza verso i politici che non fanno il loro dovere e rubano dalla cassa pubblica. Infatti se abbiamo chiesto un favore e se abbiamo ricevuto una promessa (si, solo quella nella maggior parte dei casi), siamo disposti a chiudere un occhio: in fondo si tratta di persone che ci conoscono e che ci hanno assicurato un interessamento e poi, sembrano anche bravi. E da lì discende tutto il resto. Se avessimo il coraggio e la dignità di chiedere solo i nostri diritti, quelli riconosciuti dalla costituzione e dalle leggi, il problema sarebbe superato: avremmo solo politici che hanno dimostrato valore, altrimenti a casa!
Potremmo chiedere infine alle istituzioni di spendere in Campania quanto si spende nelle regioni del Nord, perché il problema è anche questo; senza soldi non si cantano messe ed un efficace sistema di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti ha dei costi notevoli. Pochi soldi e spesi male. Questo è il problema. Vogliamo continuare così, oppure da domani cominciamo, tutti uniti come una comunità consapevole di se, a pretendere i nostri diritti?