LETTERA APERTA AL CARDINALE ANGELO BAGNASCO. "EMINENZA MA E' VERO CHE BERLUSCONO BATTE DIO 10 COMANDAMENTI A 0?"
Antefatto. Su un autobus nel centro di Napoli.
Un corteo di protesta blocca la corsa per più di mezz’ora
Un signore di una cinquantina d’anni comincia a leggere ad un altro signore, simile a lui per età e per garbo della persona, una lettera scaricata da Internet che un prete di Genova, un certo Don Paolo Farinella, Le scrisse tempo fa per stigmatizzare il tollerante silenzio della Chiesa sulla moralità del nostro Presidente del Consiglio.
Inevitabile che i pochi passeggeri rimasti come me sull’autobus in attesa di ripartire, prestino orecchio alla lettura sommessamente declamata.
Al termine della lettura si susseguono i primi prevedibili e coloriti commenti nel tipico stile napoletano che sorride anche delle cose più gravi.
Le allusioni ai comportamenti libertini generano inevitabili battute salaci, ma alcuni preferiscono alludere a false testimonianze, a fortune costruite in maniera non limpida e persino a sospette e complesse connivenze mafiose.
In un attimo di silenzio (in quei momenti mia madre diceva che stava passando un Angelo), un bambino di 9 o 10 anni dice ad alta voce:
“Ma allora i 10 Comandamenti di Dio che mi hanno insegnato al Catechismo non valgono più? “
Nell’autobus, il gelo.
Quando una donna, evidentemente la mamma, dice al bambino:
“No figlio mio, qua i grandi, compresi preti, vescovi e cardinali, giornalisti, politici e studiosi, fanno tanti sproloqui mentre se solo si ricordassero ogni tanto di leggere i 10 Comandamenti, e quelli sono solo 10 righe, sarebbe tutto più semplice per capire quello che è giusto e quello che non è giusto”.
Nessun ulteriore commento ad una verità così intensa e limpida.
L’autobus si rimette in moto.
Si susseguono le fermate.
Gente che sale, gente che scende.
Al mio turno anch’io scendo e, a casa, apro Internet e su Google digito: “10 Comandamenti”. Li ritrovo in più siti in bell’elenco.
Mi accorgo, leggendoli, che tutto sommato li ricordavo, ma senza la precisione di quando, da ragazzo, cioè mezzo secolo fa, li avevo imparati.
Parlandone poi con amici e conoscenti ho scoperto che tutti li avevano quasi dimenticati o li consideravano, ormai, precetti superati dai tempi.
Eppure la parola di Dio è la vera pietra di paragone con cui tutti ci dobbiamo misurare.
Tanto più coloro che, ricoprendo cariche pubbliche, hanno il dovere di gestirle con “disciplina ed onore” come dice l’articolo 54 della Costituzione Italiana da Lei mirabilmente ricordato recentemente.
In quella citazione ed in altri Suoi interventi ho rilevato con piacere che, da tempo, Lei si esprime sottolineando quanto sia grande la distanza che l’etica cristiana interpone ai comportamenti che contrastano la morale e l’onore di una vita onesta.
E l’onore o c’è o non c’è.
Non esiste un onore in pubblico che si annulla in privato.
Ho però il timore che il suo pensiero non giunga con chiarezza alla maggioranza delle persone, specie quelle che sono distratte dal prevalente affanno di una vita non facile.
Sono poi pochi coloro che, leggono i giornali più affidabili e, sono meno ancora, coloro che sanno interpretare i pensieri espressi con colta eleganza.
Non sarebbe più comprensibile per tutti “rispolverare” i 10 Comandamenti e rispondere con semplicità alle domande che io mi pongo e che ora Le rivolgo ritenendo che Lei, per il ruolo che autorevolmente ricopre, non possa non sapere tutta la verità sulle vicende italiane che riguardano il nostro Presidente del Consiglio?
Io sono il Signore Dio tuo:
1. Non avrai altro Dio fuori di me.
2. Non nominare il nome di Dio invano
Ricordo che il Santo Padre, nel recente discorso di Praga, ha proclamato che bisogna “essere onesti, E che buono e onesto è colui che non copre con il suo io la luce di Dio, non mette davanti se stesso, ma lascia trasparire Dio”
Di contro, a parte le allusioni popolari che attribuiscono al nostro una venerazione speciale per il dio denaro e per la propria persona (“sono il miglior premier degli ultimi 150 anni”) ricordo che una sera, durante la trasmissione televisiva “Porta a Porta”, l’Onorevole Berlusconi chiese al conduttore del programma di essere “annusato” per far avvertire anche a lui “l’odore di santità” che promanava dalla propria persona. Santità che ha reclamato scherzando con Lei durante una Mostra di opere d’arte religiosa per la mancanza di un’immagine dedicata a “Santo Silvio da Arcore”.
Blasfemia o solo battute di dubbio gusto?
3. Ricordati di santificare le feste
La battuta è –purtroppo- obbligata: le feste comprendono anche i festini ?
4. Onora il padre e la madre
E sufficiente voler bene ai propri genitori carnali oppure è vero che l’affetto per loro non basta, dovendosi anche onorare i valori ed i principi di ispirazione divina trasmessi a noi da tutti gli uomini buoni che, prima di noi e quali nostri nobili progenitori, hanno ispirato l’evoluzione umana?
5. Non uccidere.
Nelle motivazioni della sentenza di condanna in primo grado all’Onorevole Dell’Utri si parla di trentennali (trentennali !) e comprovati rapporti -non estranei ai suoi amici- con noti appartenenti alla criminalità organizzata. Nel diritto italiano, l’eventuale complicità o la consapevole connivenza con personaggi potenzialmente assassini, è considerata di pari gravità del materiale assassinio. E’ lo stesso per il Comandamento divino ?
6. Non commettere atti impuri.
I comportamenti libertini di cui ci si compiace anche pubblicamente sono perdonabili ai ricchi e potenti?
7. Non rubare.
Corrompendo o avvalendosi di norme o sentenze di comodo, non merita forse la stessa censura riservata ai ladri ?
8. Non dire falsa testimonianza.
É questo il peccato che si commette giurando pubblicamente il falso sulle proprie vicende (magari sulla testa dei propri figli) o che si compie quando si ricorre ad altrui false testimonianze (come alcuni sostengono possa essere avvenuto nel caso Mills e in altre occasioni)?
9. Non desiderare la donna d'altri.
E’ un Comandamento che prevede eccezioni per i potenti o va interpretato alla lettera ?
10. Non desiderare la roba d'altri.
Nel patrimonio delle persone non ci sono solo cose materiali.
Ci sono anche valori e principi.
Quando si hanno potere e mezzi illimitati e si voglia implementare consenso e potere è possibile desiderare di annullare i principi e i valori degli altri ricorrendo ad ogni sorta di suggestioni mediatiche che esproprino, specie nelle giovani generazioni, ogni libertà di pensiero e di coscienza.
E questo che sta accadendo?
In conclusione, ricordo con disappunto una citazione riferita a Sant’Agostino dal Presidente Emerito della Repubblica e Senatore a vita Francesco Cossiga a proposito di una Chiesa “Santa e meretrice” che tra un puro che non porta benefici alla Chiesa ed un peccatore che lo fa, la Chiesa finisce con preferire il peccatore.
Ammesso e non concesso che sia così, ci deve pur essere un limite al meretricio.
Se non altro quello evangelico che ricorda di non dare scandalo ai fanciulli.
Ed io, fanciullo di oltre 60 anni, sono profondamente scandalizzato dalla moralità e dai cattivi esempi del nostro Presidente del Consiglio, Onorevole Silvio Berlusconi.