domenica 24 novembre 2024   ::  
      

"IN NOME DEL POPOLO MERIDIONALE"         

  

 

 

 

Manifesto EFA per le Elezioni europee 2019

 

 

 http://www.e-f-a.org/home/

 

L'Altro Sud-UDS già membro  del Partito europeo dell'EFA (European Free Alliance) e dell'APL(Alleanza dei Popoli liberi). Aderisce al gruppo dei partiti autonomisti nazionali per un "Patto di Autogoverno". Collabora con l'Istituto Internazionale per il Regionalismo e il Federalismo presso Monaco di Baviera 

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L’Altro Sud is a cultural-political movement which is inspired  by European Regionalism. The South of Italy (Two Sicilies) is an ancient and authoritative nation with about eight centuries of common history. The purpose of this organization is to contribute, with other European territories, at the construction of a Europe of the Peoples and of the Cultures. Defend the interests of the Southern Italian Regions in a Europe of the solidarity and identity.

 

 

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 La bustina suddista    
   
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 BELSUD news    

L'Altro Sud riporta Le Due Sicilie in Europa (vedi il filmato)

I"l nostro è un Paese in pezzi. Ripeterlo fa paura, ma non è detto che sia un male" . Un libro infuocato, che irrompe con forza nel dibattito politico e tratteggia scrupolosamente gli scenari di un futuro che non è mai stato così prossimo.

 

 

 

   
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 Siti di riferimento collegati    

 APL (Alleanza Libera dei Popoli)

  EFA  (European Free Alliance)

Esquerra  (Esquerra Republicana de Catalunya:partito nazionalista progressista Catalano)

BNG (Bloque Nacionalista Galego:partito nazionalista progressista Galiziano)

BLOC (El BLOC Nacionalista Valencià:partito nazionalista progressista Valenziano)

SNP (Scottish National Party: partito nazionalista progressista Scozzese) 

di Lerro Giorgio

 

 

"STEFANO" Prodotti di alta qualità

   

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Fermiamo lo scempio in Basilicata dove si potrebbe destinare fino al 70% del territorio regionale allo sfruttamento petrolifero. Serve una mobilitazione permanente delle popolazioni meridionali contro questa violenza dello stato italiano che continua a considerare il Mezzogiorno solo una colonia da spremere e che ha consegnato i nostri territori alle compagnie petrolifere

 ORA E' TEMPO DI REAGIRE!

   
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Video "Un Altro Sud c'è". Rassegna di immagini del Sud stereotipato della criminalità e del degrado contrapposto al Sud positivo, della gente perbene, degli eroi, della cultura, dell'arte, della Storia di un popolo che è stato Nazione per otto secoli.

   
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 LIBERA    

L'ALTRO SUD aderisce a

   
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 Traditional Minorities    

 

 

Mission

"United in diversity", states the European Union. The European Parliament needs to guarantee that we live up to that statement and defend our diversity, a diversity which is best measured by the well being of Europe’s national and linguistic minorities.

Role of the Intergroup
The Intergroup serves as an open forum for exchanging ideas and views on the situation and future of traditional minorities, national communities and languages. In order to promote awareness and understanding of minority issues in Europe, the Intergroup serves as a meeting point for political groups, European institutions, non-governmental organisations and minority representatives. 
   
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Nicola Perrini, ingegnere, docente di elettronica con numerose esperienze professionali - in particolare nel campo delle Energie Rinnovabili e dell'impiantistica industriale - è attualmente Coordinatore Nazionale de L'Altro Sud-UDS. Meridionalista doc, è autore stimatissimo di numerosi contributi sulla Questione Meridionale e sulle nuove opportunità di sviluppo del Mezzogiorno. 

coordinamento.nazionale@laltrosud.it 

   
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 VIVI IL SUD    

ORA PENSIAMO A NOI. Diamo forza alle nostre realtà produttive.

Dei prodotti che i cittadini meridionali acquistano, solo il 6% è made in Sud. Un consumo più consapevole potrebbe ribaltare il destino della nostra terra.

Ti invitiamo a comprare, dove è possibile, prodotti del nostro Sud o fare una vacanza nelle nostre bellissime regioni. Inviaci il tuo nome, costruiremo insieme, con orgoglio, un grande esercito di cittadini che, amando la propria comunità, scende in campo concretamente per difendere l'occupazione e la ricchezza di tutto il Mezzogiorno. 

Inviaci la tua adesione a:

laltrosud@laltrosud.it

   
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Intervista ad Antonio Gentile (presidente L'ALTRO SUD)

   
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 SIAMO SICURI DI VOLERE LIBERISMO E FEDERALISMO?    
Luogo: BlogsL'ALTRO SUD    
Inviato da: 242658@aruba.it 13/04/2009 8.24

 

RIPORTIAMO L’ARTICOLO DI MARCELLO VENEZIANI PUBBLICATO SU “LIBERO”

Ragazzi, posso confessarvi una cosa tremenda? Preferisco lo Stato etico, centralista e interventista. So di dare un dispiacere a tutte le forze in campo e di esprimere un’opinione assolutamente isolata nei giornali italiani. Ma più sento gli argomenti a favore dello Stato laico, federale e liberista e più mi convinco delle mie buone ragioni, anche se mi fanno apparire di volta in volta socialista, cattolico e nazionalpopulista.
Innanzi tutto preferisco uno Stato che intervenga nell’economia. Se lasciamo tutto nelle mani delle banche, della grande finanza e della tecnica andiamo verso la catastrofe, come si è visto.
Lo Stato deve intervenire, per proteggere i più deboli, per garantire tutti, per stabilire regole, incentivi e strategie di sviluppo.
Lo Stato deve governare la crescita, e cercare di indirizzarla verso gli interessi generali.
Giusto parlare di economia sociale di mercato, è il modello su cui è cresciuta l’Europa in tutte le sue espressioni, conservatrice e socialdemocratica, gollista e riformista, cristiano-sociale, laburista e nazionalista.
Poi preferisco uno Stato centralista.
Basta con la retorica del federalismo, sposata da tutti o quasi, per cinque buone ragioni:

la prima
è che non si fa federalismo raddoppiando enti e competenze, ma tagliando, semplificando.
Volete il federalismo? Tagliate almeno le province, sfrondate la selva assurda di comunità montane, comprensori, aree metropolitane. E invece si tengono tutto, anzi moltiplicano.

La seconda
è che un vero federalismo fiscale potrebbe giovare all’Italia, ma non giova certamente trasferire competenze e sovranità alle regioni in tema di sicurezza, salute e scuola e nemmeno di piani generali.

La terza
ragione è che se il federalismo serve a rappresentare e responsabilizzare di più il territorio, perché allora avete cancellato la forma primaria e fondamentale di rappresentanza territoriale, ovvero l’elezione di parlamentari che rispondono al proprio territorio perché eletti con sistema di preferenza e non designati e nominati dall’alto?

La quarta
ragione è storica. Abbiamo avuto due modelli istituzionali nel nostro Paese: uno, durato più di cento anni, lo Stato centrale con le sue prefetture, ha funzionato e ha modernizzato l’Italia, nonostante due guerre mondiali, due guerre civili e due guerre coloniali, più un regime autoritario. L’altro, sorto negli anni ‘70 con le Regioni, ha duplicato sprechi, malaffare e parassitismo ed ha contribuito al degrado dello Stato e del settore pubblico.
E l’esempio peggiore lo hanno fornito proprio le regioni a statuto speciale, che hanno goduto di poteri più ampi e autonomie più forti.

Infine la quinta
ragione è che il federalismo non risolve e non affronta nessuno dei veri problemi del nostro Paese: dalla crisi economica alla disoccupazione, dalla criminalità alla sanità, dall’emergenza casa agli immigrati. Tutti problemi che necessitano di un impegno a livello statale, nazionale, centrale, se non europeo.

E per finire, terza eresia, preferisco lo Stato etico. Non sogno uno Stato autoritario e tanto meno totalitario. Parlo di uno Stato che nel rispetto integrale della libertà di ciascuno, tuteli e promuova quelli che sono considerati valori condivisi, diritti naturali e civili, e beni non negoziabili perché legati alla vita e alla dignità umana.
Non è etico lo Stato che si occupa di aiutare i bambini e i vecchi, di tutelare le donne e gli immigrati?
Non è etico lo Stato che promuove l’amor patrio e la dignità di un popolo e di una nazione, l’uguaglianza e la libertà, la difesa della civiltà e la salvaguardia delle tradizioni?
Lo Stato che interviene contro fumo, alcol e velocità e per l’ambiente e l’educazione civica, non fa campagne etiche?
Non volete chiamarlo etico, ma la sostanza non cambia. Quello che chiamate Stato laico è una presa in giro.
O vuol dire Stato tecnico, neutro e asettico come un semaforo, che si occupa solo di questioni condominiali, e questo sapete bene che è assurdo e impraticabile; uno Stato così non servirebbe a nulla.
Oppure si dice laico ma, di fatto, è laicista e sotto l’apparente neutralità, veicola in realtà suoi “valori” etici: quelli del partito radicale di massa, che in tema di vita, morte, aborto, religione, sesso, droga, storia e famiglia, esprime un’ideologia precisa ma si nasconde nelle vesti della laicità.
Non prendiamoci in giro.
Arrivo a capire una sola, radicale e coerente obiezione allo Stato etico, interventista e centralista: lo Stato di Natura, ovvero l’avvento dell’anarchia, l’assenza dello Stato, la sua estinzione o abolizione. Ma finché c’è uno Stato vero sarà interventista, centralista ed etico.
Meglio dello Stato c’è solo l’anarchia.

Marcello Veneziani (da “Libero”, aprile 2009)
 
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Ti riconosci solo nel Sud del sottosviluppo, della criminalità organizzata, del degrado socio-ambientale e degli atteggiamenti incivili?

NOI NO!
 
Noi c'identifichiamo nel Sud della gente onesta, operosa, intelligente, che è la maggioranza della popolazione meridionale.
 
Noi crediamo nel Sud della legalità, della cultura, della sana ed efficiente imprenditorialità, della ricerca avanzata, delle professioni e del grande ed eccezionale patrimonio artistico.
 
Noi sappiamo che il Sud è stato tra i principali protagonisti della storia e della civiltà mediterranea ed europea.
 
 
PER DARE VOCE A QUEST'ALTRO SUD SCENDIAMO IN CAMPO!
   
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Morti per la LEGALITA'. Morti per la LIBERTA'. Morti per UN ALTRO SUD.

 

 

   
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