RIPORTIAMO L’ARTICOLO DI MARCELLO VENEZIANI PUBBLICATO SU “LIBERO”
Ragazzi, posso confessarvi una cosa tremenda? Preferisco lo Stato etico, centralista e interventista. So di dare un dispiacere a tutte le forze in campo e di esprimere un’opinione assolutamente isolata nei giornali italiani. Ma più sento gli argomenti a favore dello Stato laico, federale e liberista e più mi convinco delle mie buone ragioni, anche se mi fanno apparire di volta in volta socialista, cattolico e nazionalpopulista.
Innanzi tutto preferisco uno Stato che intervenga nell’economia. Se lasciamo tutto nelle mani delle banche, della grande finanza e della tecnica andiamo verso la catastrofe, come si è visto.
Lo Stato deve intervenire, per proteggere i più deboli, per garantire tutti, per stabilire regole, incentivi e strategie di sviluppo.
Lo Stato deve governare la crescita, e cercare di indirizzarla verso gli interessi generali.
Giusto parlare di economia sociale di mercato, è il modello su cui è cresciuta l’Europa in tutte le sue espressioni, conservatrice e socialdemocratica, gollista e riformista, cristiano-sociale, laburista e nazionalista.
Poi preferisco uno Stato centralista.
Basta con la retorica del federalismo, sposata da tutti o quasi, per cinque buone ragioni:
la prima
è che non si fa federalismo raddoppiando enti e competenze, ma tagliando, semplificando.
Volete il federalismo? Tagliate almeno le province, sfrondate la selva assurda di comunità montane, comprensori, aree metropolitane. E invece si tengono tutto, anzi moltiplicano.
La seconda
è che un vero federalismo fiscale potrebbe giovare all’Italia, ma non giova certamente trasferire competenze e sovranità alle regioni in tema di sicurezza, salute e scuola e nemmeno di piani generali.
La terza
ragione è che se il federalismo serve a rappresentare e responsabilizzare di più il territorio, perché allora avete cancellato la forma primaria e fondamentale di rappresentanza territoriale, ovvero l’elezione di parlamentari che rispondono al proprio territorio perché eletti con sistema di preferenza e non designati e nominati dall’alto?
La quarta
ragione è storica. Abbiamo avuto due modelli istituzionali nel nostro Paese: uno, durato più di cento anni, lo Stato centrale con le sue prefetture, ha funzionato e ha modernizzato l’Italia, nonostante due guerre mondiali, due guerre civili e due guerre coloniali, più un regime autoritario. L’altro, sorto negli anni ‘70 con le Regioni, ha duplicato sprechi, malaffare e parassitismo ed ha contribuito al degrado dello Stato e del settore pubblico.
E l’esempio peggiore lo hanno fornito proprio le regioni a statuto speciale, che hanno goduto di poteri più ampi e autonomie più forti.
Infine la quinta
ragione è che il federalismo non risolve e non affronta nessuno dei veri problemi del nostro Paese: dalla crisi economica alla disoccupazione, dalla criminalità alla sanità, dall’emergenza casa agli immigrati. Tutti problemi che necessitano di un impegno a livello statale, nazionale, centrale, se non europeo.
E per finire, terza eresia, preferisco lo Stato etico. Non sogno uno Stato autoritario e tanto meno totalitario. Parlo di uno Stato che nel rispetto integrale della libertà di ciascuno, tuteli e promuova quelli che sono considerati valori condivisi, diritti naturali e civili, e beni non negoziabili perché legati alla vita e alla dignità umana.
Non è etico lo Stato che si occupa di aiutare i bambini e i vecchi, di tutelare le donne e gli immigrati?
Non è etico lo Stato che promuove l’amor patrio e la dignità di un popolo e di una nazione, l’uguaglianza e la libertà, la difesa della civiltà e la salvaguardia delle tradizioni?
Lo Stato che interviene contro fumo, alcol e velocità e per l’ambiente e l’educazione civica, non fa campagne etiche?
Non volete chiamarlo etico, ma la sostanza non cambia. Quello che chiamate Stato laico è una presa in giro.
O vuol dire Stato tecnico, neutro e asettico come un semaforo, che si occupa solo di questioni condominiali, e questo sapete bene che è assurdo e impraticabile; uno Stato così non servirebbe a nulla.
Oppure si dice laico ma, di fatto, è laicista e sotto l’apparente neutralità, veicola in realtà suoi “valori” etici: quelli del partito radicale di massa, che in tema di vita, morte, aborto, religione, sesso, droga, storia e famiglia, esprime un’ideologia precisa ma si nasconde nelle vesti della laicità.
Non prendiamoci in giro.
Arrivo a capire una sola, radicale e coerente obiezione allo Stato etico, interventista e centralista: lo Stato di Natura, ovvero l’avvento dell’anarchia, l’assenza dello Stato, la sua estinzione o abolizione. Ma finché c’è uno Stato vero sarà interventista, centralista ed etico.
Meglio dello Stato c’è solo l’anarchia.
Marcello Veneziani (da “Libero”, aprile 2009)