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Manifesto EFA per le Elezioni europee 2019

 

 

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L’Altro Sud is a cultural-political movement which is inspired  by European Regionalism. The South of Italy (Two Sicilies) is an ancient and authoritative nation with about eight centuries of common history. The purpose of this organization is to contribute, with other European territories, at the construction of a Europe of the Peoples and of the Cultures. Defend the interests of the Southern Italian Regions in a Europe of the solidarity and identity.

 

 

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L'Altro Sud riporta Le Due Sicilie in Europa (vedi il filmato)

I"l nostro è un Paese in pezzi. Ripeterlo fa paura, ma non è detto che sia un male" . Un libro infuocato, che irrompe con forza nel dibattito politico e tratteggia scrupolosamente gli scenari di un futuro che non è mai stato così prossimo.

 

 

 

   
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BLOC (El BLOC Nacionalista Valencià:partito nazionalista progressista Valenziano)

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Fermiamo lo scempio in Basilicata dove si potrebbe destinare fino al 70% del territorio regionale allo sfruttamento petrolifero. Serve una mobilitazione permanente delle popolazioni meridionali contro questa violenza dello stato italiano che continua a considerare il Mezzogiorno solo una colonia da spremere e che ha consegnato i nostri territori alle compagnie petrolifere

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Video "Un Altro Sud c'è". Rassegna di immagini del Sud stereotipato della criminalità e del degrado contrapposto al Sud positivo, della gente perbene, degli eroi, della cultura, dell'arte, della Storia di un popolo che è stato Nazione per otto secoli.

   
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Nicola Perrini, ingegnere, docente di elettronica con numerose esperienze professionali - in particolare nel campo delle Energie Rinnovabili e dell'impiantistica industriale - è attualmente Coordinatore Nazionale de L'Altro Sud-UDS. Meridionalista doc, è autore stimatissimo di numerosi contributi sulla Questione Meridionale e sulle nuove opportunità di sviluppo del Mezzogiorno. 

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 L'ILLUSIONISTA    
Luogo: BlogsL'ALTRO SUD    
Inviato da: 242658@aruba.it 13/03/2014 20.04

L'ILLUSIONISTA

di Francesco Toscano

La Camera ha appena approvato una legge elettorale che definire orrida è poco. Niente preferenze, premio di maggioranza spropositato e conferma delle candidature multiple rendono l’Italicum peggiore perfino del famigerato Porcellum. D’Altronde, le leggi elettorali costituiscono da sempre uno strumento di controllo utilizzato dalle élite per sterilizzare la portata potenzialmente dirompente del suffragio universale. Il sistema “misto” appena approvato risponde alla stesse logiche che consigliavano al legislatore ottocentesco di limitare il numero degli aventi diritto al voto per ragioni di censo o di classe. I negrieri contemporanei, più modestamente, anziché impedire ai subalterni di esprimersi nell’urna, creano le condizioni affinché valgano in buona sostanza soltanto i voti “graditi all’establishment, mandando invece direttamente al macero tutti quelli che, per un motivo o per un altro, disturbano i soliti austeri manovratori. “La democrazia è una bella cosa”, verrebbe da dire parafrasando l’indimenticato Alberto Sordi, “purché non ce ne sia troppa”.  In ogni caso non credo valga la pena sprecare troppe parole per commentare la nuova legge elettorale. Tanto, da quando Napolitano è Presidente della Repubblica, il solo evocare le urne provoca nella parte più “illuminata” della nostra Penisola un moto di stizza e risentimento. Anzi, pur di non turbare spread, mercati e istituzioni sovranazionali varie, sarebbe probabilmente più vantaggioso abolire completamente lo stantio  rito elettorale. Il risparmio economico risulterebbe notevole e la retorica sugli sprechi troverebbe pieno compimento. Al limite, giusto per accontentare i più nostalgici e antiquati, potremmo pensare di importare nel Belpaese il modello coreano caro al sanguinario dittatore (guarda caso anch’egli di formazione comunista) Kim Jong-un, recentemente riconfermato al potere dopo aver ottenuto il 100% dei consensi. Percentuale sovrapponibile a quella degli italiani che, secondo il bravissimo Nando Pagnoncelli, esprimono “fiducia nell’operato del nostro Re Giorgio. Per le ragioni testé sintetizzate, dunque, ritengo più utile concentrare l’attenzione  sui provvedimenti economici preannunciati dall’astuto fiorentino. Renzi ha promesso uno shock per rilanciare l’economia. L’economia italiana, a sentire il Rottamatore, dovrebbe ripartire grazie all’aumento in busta paga di qualche decina di euro al mese in favore delle fasce più deboli. Spese aggiuntive da compensare attraverso il progressivo taglio della spesa pubblica improduttiva  individuata per l’occasione dal famoso Cottarelli, emissario del Fmi che si aggira nelle stanze del potere fin dai tempi di Enrichetto Letta. Questa impostazione, per dirla con il Fantozzi calatosi nei panni del critico cinematografico per ordine dell’occhialuto Guidobaldo Maria Riccardelli, “è una cagata pazzesca”. Bisognerebbe spiegare al nostro premier-scienziato che i presunti effetti espansivi risultanti da un limitato abbassamento della pressione fiscale finirebbero inevitabilmente con l’essere vanificati dalla contestuale riduzione della spesa pubblica. Purtroppo i  media italiani, insipienti e corrotti, hanno oramai installato nella mente del cittadino l’idea bislacca che predica una cronica “mancanza di risorse”. Onde per cui, facendo tutti finta di operare in presenza di limiti contabili assoluti, qualsiasi intervento pubblico nell’economia finisce quasi sempre con il somigliare perlopiù ad una sterile partita di giro. Renzi, se non vuole fare a breve la stessa fine dei reietti Monti e Letta, licenzi il prima possibile il ministro Padoan, massone reazionario della stessa specie di Grilli e Saccomanni. Elabori dipoi un nuovo New Deal da finanziare in deficit, riattualizzando cioè pubblicamente la grande lezione del genio inglese Keynes. Basta quindi con la retorica fasulla sullo Stato che deve comportarsi come una famiglia privata. E basta pure con la sempreverde menzogna che dipinge il debito pubblico quale fardello sulle spalle delle nuove generazioni. Renzi sappia che nessuno si farà ingannare dai suoi effetti speciali. Il tempo delle promesse è finito. E la modernità consuma speranze e leadership alla velocità della luce.

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Commenti (9)   Aggiungi Commento
Re: L'ILLUSIONISTA    Da NIX a 13/03/2014 22.38
Ottimo, veramente centrato. Quando la smetteranno di ingannare i poveri italiani, raccontando sempre le solite storielle? Purtroppo la TV è un mezzo mostruoso, capace di plasmare le coscienze e di annichilire qualunque pensiero non allineato. Solo lo sciopero televisivo ci potrebbe salvare.

Re: L'ILLUSIONISTA    Da Michele a 14/03/2014 15.32
Non capisco dopo tante fregature come fanno gli italiani a farsi ingannare anche da Renzi ovvero il Divino Otelma del PD. Ma dove cavolo li prende i soldi per tutte le sue promesse più che altro elettorali. Se si vuole realizzare quanto detto allora vuol dire che per noi arriveranno altre tasse e tangenti varie da parte del solito governo del PD noto per la sua ferocia fiscale. Tra l'altro dove sono i meridionali nel governo tutto nordista? o magari ci difenderà qualche partitino meridionalista opportunista lecca fondelli del partito renziano e dei suoi esponenti. Caro Nix non ci vuole lo sciopero televisivo ma la messa in fallimento di tutto il sistema Italia.

Re: L'ILLUSIONISTA    Da Susy a 14/03/2014 19.29
Condivido tutto di quanto scritto da Francesco, è sempre efficace e non fa sconti agli illusi che continuano a credere a Babbo Natale

Re: L'ILLUSIONISTA    Da Fabio a 15/03/2014 21.01
L'illusionista presto finirà d'illudere e allora ci sarà da ridere o meglio da piangere

Re: L'ILLUSIONISTA    Da TTC Napoli a 16/03/2014 13.21
Portare in Europa la nostra causa e la dignità della nostra nazione meridionale è davvero un evento rilevante che riconsegna al sud il suo prestigio offuscato da decenni di umiliazione e di rapina .. Complimenti al l'Altro Sud per questa impegnativa missione e l'augurio a tenere ben alta la testa difronte agli altri popoli.

Re: L'ILLUSIONISTA    Da Fronte di Liberazione a 16/03/2014 19.42
perché non facciamo come l'Ucraina e vediamo con un referendum quanti vogliono rimanere legati a questa italietta di parassiti. il voto non serve più, vota sempre meno gente e comunque non riusciamo a liberarci da questa gabbia che ci hanno costruito addosso. non possiamo continuare a sperare che abbiano pietà di noi, ma cazzo svegliamoci e cacciamoli a calci nel sedere. tra disoccupazione, povertà e umiliazioni questi ci stanno portando all'esasperazione, forse all'ultimo atto.

Re: L'ILLUSIONISTA    Da @nestor a 17/03/2014 20.47
Toscano colpisce ancora! L'invito a non farci illudere da Renzi è quanto mai opportuna e bisognerebbe tenerne conto. Oggi tutti corrono appresso all'ex sindaco salvo poi a rendersi conto in seguito che è l'ennesima fregatura per gli italiani.

Re: L'ILLUSIONISTA    Da Lucia a 19/03/2014 17.53
Renzi basa le sue fortune politiche su una storica illusione della nostra democrazia: il ricambio giovanilista. Ovvero che basti semplicemente svecchiare l’intera classe politica per ottenere finalmente quel mondo perfetto che nessun partito è stato finora in grado di realizzare. Contrariamente al messaggio realmente rivoluzionario espresso all’America degli anni ‘80 da un vecchio attore hollywoodiano, divenuto poi presidente, tutto centrato sul senso della responsabilità individuale, il rampante sindaco di Firenze punta tutto il suo appeal sull’idea di cambiare solo gli uomini al comando, lasciando sostanzialmente inalterati gli obiettivi e gli spazi dell’azione politica. Da qui, per l’appunto, consegue la sua azione illusionistica, tesa a dimostrare in estrema sintesi che è possibile addirittura aumentare il perimetro delle prestazioni dello Stato, abbattere la pressione fiscale e rilanciare lo sviluppo economico. Ovviamente, su questa linea un giovane di belle speranze che abbia raggiunto la credibilità nazionale di Renzi può avere buon gioco nel frantumare ogni concorrenza, compresa quella interna al suo non-partito chiamato Pd. Tuttavia, ora che ha raggiunto l’agognato obiettivo di Palazzo Chigi, si dovrà confrontare con i nodi sistemici di un Paese affetto da un eccesso di Stato, di spesa pubblica e di tassazione. <br>Nodi sistemici che per essere sciolti comportano un alto prezzo sociale e politico da pagare, visto che in Italia vi è un crescente esercito di individui che vivono di spesa pubblica. E dato che l’unica strada percorribile, al di là delle chiacchiere, per rimettere in sesto la nostra economia è quella che passa per una drastica riduzione delle risorse controllate dallo Stato, mi risulta difficile credere che a farlo sia un giovanotto il quale, pur di farsi incoronare “re”, è disposto oggi a promettere tutto a tutti. Staremo a vede.<br>

Re: L'ILLUSIONISTA    Da Francesco a 20/03/2014 17.01
Renzi non è un vero figlio del nostro tempo. Semmai, egli è un vero figlio della MALATTIA del nostro tempo. Ora, dove c'è malattia e decadenza non può mancare la salute che le combatte, per cui i veri figli del nostro tempo e di quello venturo sono coloro che si oppongono al vuoto pentolame renziano.


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Noi sappiamo che il Sud è stato tra i principali protagonisti della storia e della civiltà mediterranea ed europea.
 
 
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