FERMIAMO QUESTA BARBARIE NEL VALLO DI DIANO
Diciamolo chiaramente: il petrolio non è assolutamente sinonimo di sviluppo, ragion per cui all’iniziativa della Shell occorre fermamente opporsi in tutte le sedi, a partire dai consigli comunali che vanno da subito convocati anche per sentire il parere degli amministratori ed informare ed ascoltare i cittadini.
I Sindaci sono tutti contrari ai sondaggi e alla eventuale successiva estrazione del petrolio nell’ambito del Vallo di Diano senza alcuna incertezza e perplessità, rifiutando a priori la logica della colonizzazione da parte dei “grandi colossi”, interessati solo a mettere piedi nel Vallo di Diano in virtù delle risorse che se ne possono trarre, senza apportare alcun beneficio concreto al territorio, né in termini di sviluppo né sul piano occupazionale;
Negli ultimi 15-20 anni il Vallo di Diano ha beneficiato di cospicue risorse finanziarie rese disponibili dai vari programmi e strumenti di intervento pubblico (Progetti Leader, Patto Territoriale, Patto Agricolo, PIT Certosa, PIT Parco, PIR, misure del POR e del PSR, ecc..) grazie alle quali sono stati incentivati investimenti imprenditoriali ed opere infrastrutturali, strategiche ai fini dello sviluppo locale che si è ritenuto dover orientare verso l’ambiente e la valorizzazione delle peculiarità del territorio: beni culturali, risorse naturali, produzioni tipiche locali,agricole ed artigianali. Dire SI al petrolio significherebbe rinnegare quanto finora si è fatto a sostegno dello sviluppo ecocompatibile, significherebbe rinnegare i documenti strategici di indirizzo condivisi ed approvati dal territorio e che vanno sempre nella direzione dello sviluppo sostenibile a forte integrazione ambientale (vedi piano di sviluppo socio economico della Comunità Montana e Accordo di Reciprocità), significherebbe compromettere la bellezza e la serenità dei luoghi, con ripercussioni fortemente negative in termini di attrattività turistica dell’intero territorio, significherebbe accettare le preoccupazioni per le inevitabili forme di inquinamento e di alterazione ambientale legate alle attività di estrazione e trasporto del petrolio, senza nulla prendere in cambio, come peraltro sta avvenendo nella vicina Val d’Agri;
La questione petrolio non riguarda solo i Comuni individuati per dei sondaggi ma tutto il Vallo di Diano tenuto conto che qualsiasi effetto lesivo, ambientale e socio-economico, derivante dall’estrazione del petrolio ricadrebbe sull’intero territorio e per questa ragione tutti e 15 i Comuni del Vallo sono chiamati ad attivarsi per “impedire” di fatto che la Shell vada avanti nel suo intento, a dispetto della volontà del territorio;
Non è accettabile la logica di dover rincorrere di volta in volta decisioni calate dall’alto che sistematicamente si rivelano pregiudizievoli per il territorio; ciò è un’offesa per la democrazia perché è assurdo investire un territorio di una problematica così pesante, qual è appunto l’estrazione del petrolio, senza sentire a priori il parere delle istituzioni locali e senza tenere conto della volontà delle persone che in quel territorio vivono e che in quel territorio ripongono tutte le aspettative per uno sviluppo duraturo e sostenibile;
Bisogna dire NO al petrolio senza alcuna esitazione perché il Vallo di Diano, così com’è, è troppo prezioso per farlo “scalfire” da operazioni avulse e distruttive come nel caso della scongiurabile estrazione del petrolio;
Bisogna dire NO al petrolio a prescindere anche perché nel Vallo di Diano si sono già registrati episodi negativi di interventi avulsi e decisi altrove come nel caso della centrale elettrica nel Comune di Montesano, rispetto alla quale tutti i Comuni del Vallo dovrebbero esprimere solidarietà ai cittadini di Montesano e all’amministrazione comunale che si sta battendo per risolvere tale grave e delicata questione;
Bisogna dire NO al petrolio perché il Vallo di Diano è di fatto un TERRITORIO PROTETTO sia per la elevata incidenza della superficie ricadente nel perimetro del Parco Nazionale “Cilento e Vallo di Diano” (ettari 26.629, pari al 37% dell’intera estensione territoriale), alla quale va aggiunta la restante superficie classificata interamente “area contigua” del parco, sia per la diffusa presenza di siti di interesse comunitario (aree SIC e ZPS). In virtù di tale connotazione, dell’elevato grado di naturalità degli ambienti, ben conservati e salvaguardati grazie alle tradizionali e secolari attività agro-silvo-pastorali, della ricchezza della biodiversità, e della forte integrazione dei territori rurali con la matrice ambientale, il Vallo di Diano rappresenta il luogo ideale per lo sviluppo di un’agricoltura di qualità ecocompatibile in grado di offrire produzioni tipiche eccellenti. E’ evidente che tale prospettiva verrebbe totalmente compromessa dalla presenza del petrolio;
Bisogna dire NO al petrolio soprattutto per rispetto di quei cittadini del Vallo di Diano, che senz’altro sono la maggioranza se non addirittura la quasi totalità, che, sensibili alle problematiche di tutela dell’ambiente, denotano preoccupazione per <<l’operazione petrolio>>, ritenendola incompatibile con le peculiarità dell’area e con il tipo di sviluppo che si sta portando avanti.
Sulla base di tali considerazioni unanimemente condivise, tutti Sindaci ed i rappresentanti dei Comuni del Vallo di Diano, nell’esprimere ferma contrarietà all’ipotesi sondaggi ed estrazione del petrolio nell’ambito del territorio, respingono fin da ora la richiesta avanzata dalla SHELL ed assumono impegno di battersi con forza ed in tutte le sedi per porre il Vallo di Diano a riparo da tali scellerate ed inaccettabili iniziative, nonché di sostenere ed affiancare tutte le iniziative che saranno intraprese sul territorio e che vanno nella direzione del NO AL PETROLIO.
L'ALTRO SUD ESPRIME TUTTA LA SUA SOLIDARIETA' ALLE POPOLAZIONI DEL VALLO DI DIANO MESSE A RISCHIO DALLA SPECULAZIONE PETROLIFERA E METTE A DISPOSIZIONE LA SUA ORGANIZZAZIONE PER SOSTENERE LA LORO BATTAGLIA.
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