Alcuni giorni fa su Il Mattino Biagio de Giovanni, esponente della sinistra storica napoletana, faceva autocritica e denunciava finalmente l’insopportabile distacco che regna ormai fra la società napoletana e i suoi ottusi amministratori. Una distanza incolmabile e insopportabile evidentemente persino per gli intellettuali di quella sinistra napoletana che da tempo defilatisi dalle manifestazioni finto popolari dell’era bassoliniana, hanno sentito il bisogno di ridiscendere dall’Aventino per denunciare la irreversibilità della fine di un’epoca.
Giusto, trovo, dire basta ad esperienze come quella napoletana, dove il Sindaco –e non la Sindaca come lei stessa si definisce per falso e becero modernismo- pur non toccata dalle inchieste giudiziarie è colpevole del reato politicamente più grave! Quello di aver dimostrato sul campo totale incapacità gestionale, non solo dal punto di vista dell’organizzazione della macchina amministrativa; ma anche dal punto di vista della capacità di selezionare la classe dirigente e vigilare sulla lealtà e onestà dei suoi più stretti collaboratori.
Chi ha allegramente collaborato per sette anni con assessori travolti dalle inchieste giudiziarie quale garanzia può dare, oggi, dal punto di vista della capacità della scelta degli uomini capaci di portare Napoli fuori dal baratro? Nessuna ! Deve solo ritirarsi !
Andare a nuove elezioni amministrative è quanto chiediamo anche noi de l’Altro Sud – Unione democratica del Sud, ma con un distinguo non secondario rispetto a de Giovanni.
Se è vero che il sistema politico attuale retto dal binomio PD – PdL tende ad esautorare i cittadini dalla possibilità di scegliere i propri amministratori attraverso l’eliminazione definitiva delle preferenze ad appiattire la politica alle decisioni di pochissimi, è necessario cambiare la politica, cambiando chi amministra le nostre città, provincie e regioni.
E’ necessario che i cittadini smettano di delegare a occhi chiusi le proprie prerogative di sovranità e tornino direttamente a sporcarsi le mani con la politica.
Tornare a votare i soli candidati dei due blocchi, del PD e PdL a contendersi il potere non servirebbe a nulla. Come potrebbe ad esempio il PD di Iannuzzi, uomo piazzato alla segreteria regionale dal binomio Bassolino-De Mita, essere capace di esprimere uomini diversi per impostazione e amministrativamente più capaci di quelli attualmente inquisiti a tutti i livelli: regionale, provinciale e comunale ?
Per non parlare dell’opposizione, oggi identificabile nel PdL, che dopo Rastrelli non è stata capace di esprimere nessun leader degno di questo nome, brillando cronicamente per la sua assenza. Nessuna voce di dissenso, ma nemmeno un colpo di tosse, si è mai sollevata dalle opposizioni nelle aule consiliari della Campania contro malefatte od omissioni della maggioranza “bulgara” che ci ha governato. Quando è accaduto si è sempre trattato di un regolamento di conti interno alla sinistra, o perlomeno negli ultimi mesi di una crisi di crescita del nuovo soggetto politico PD.
A cosa servirebbero nuove elezioni senza nuovi soggetti politici autonomi, e soprattutto uomini, indipendenti dagli apparati di potere attuali? Ci chiediamo, come semplici cittadini.
Chi è stato chiamato ad amministrare le nostre città, provincie e regioni, in questi decenni avrebbero dovuto essere gli uomini migliori dei due schieramenti. E se non è stato così, gli altri che erano rimasti esclusi non hanno sentito il dovere morale di difendere gli interessi dei cittadini, evidenziando all’opinione pubblica che i rappresentanti della propria parte politica -inseriti in Giunte e Consigli- se non erano dei poco di buono, comunque non erano capaci di evitare che altri commettessero illeciti, con grave danno per l’erario e della nostra economia.
Ed in futuro, ammesso che i “buoni” -prima esclusi ma silenti- vengano finalmente a ricoprire incarichi di rilievo, siamo sicuri che siano ora capaci di comportarsi come non hanno avuto coraggio di fare prima ?
Non vi siete accorti che sia a destra che a sinistra è tutto un fiorire di associazioni e fondazioni per aggregare correnti e simpatizzanti, cosi da mostrare i “muscoli” e vedere chi conta di più nei due schieramenti. Gli iscritti ai due blocchi ed ai partiti che li compongono sono trattati come pacchi di voti potenziali, sbattuti sui tavoli della spartizione delle poltrone di Giunte e società partecipate.
Non c’è alternativa! Non c’è cambiamento all’interno dei cosiddetti poli. I cittadini devono fare da soli! Devono tornare ad organizzarsi per fare politica al di fuori dei due schieramenti.
l’Altro Sud –Unione democratica del Sud è pronta a cogliere la sfida del rinnovamento; a promuovere la rivoluzione delle coscienze per realizzare concretamente la moralizzazione della politica; ad accogliere coloro che vogliono mettersi in gioco per le proprie idee, mettendo a disposizione il proprio impegno e le proprie capacità per il bene comune; ad ascoltare i problemi della gente ed a trovare insieme le soluzioni.
Insomma a fare delle vostre idee, le nostre idee, dei vostri progetti insieme ai nostri il programma per il rilancio del Sud!
Napoli, 30 dicembre 2008 Emiddio de Franciscis di Casanova