IL FEDERALISMO CHE CI PIACE
di Nicola Perrini
Una enorme forbice tra Sud e Nord Italia, che nel 1861 non esisteva, così come evidenziato dalle ricerche dei proff. Daniele e Malanima e dei proff. Fenoaltea e Ciccarelli, ha indotto larghi strati della popolazione di alcune regioni del Nord a pensare di poter ottenere vantaggi economici dal federalismo fiscale. Verrebbe meno, di conseguenza, il principio della cassa unica, con vantaggi per il Nord e svantaggi per il Sud. Ciò appare iniquo, potendosi eventualmente considerare solo dopo che i cittadini dell’intera nazione si siano espressi in merito e dopo che le macroregioni siano state messe in condizioni di parità. Ecco come:
Federalismo dell’etere
Attualmente esiste un forte sistema televisivo privato nel Nord, che trasmette in tutta Italia, capace di indirizzare i consumi di prodotti e servizi. L’Ente televisivo pubblico è costretto ad inseguire, per non perdere quote di audience. Il sistema rappresenta un formidabile vantaggio competitivo per il Nord da riequilibrare attraverso il federalismo dell’etere.
Attualmente i cittadini del Sud, abituati ad avere la fiscalità in comune con il Nord, non danno alcuna preferenza alle proprie imprese, riuscendo addirittura ad acquistare il 94% di beni e servizi al Nord e solo il 6% al Sud. Il sistema andrebbe assolutamente riequilibrato con massicce e capillari campagne informative destinate ai cittadini del Sud, cui dovrebbe essere spiegata l’importanza di valorizzare le proprie imprese ed i propri prodotti.
Federalismo delle risorse naturali
Le risorse naturali esistenti nel territorio e nel sottosuolo, ad esempio i giacimenti di idrocarburi lucani, dovrebbero produrre benefici economici e fiscali esclusivamente per gli abitanti dei rispettivi territori, anche a ristoro dei danni e delle limitazioni apportate alle coltivazioni agricole.
Federalismo degli appalti
Gli appalti pubblici dovrebbero essere sottoposti ad una legislazione autonoma che abbia lo scopo di riequilibrare le condizioni di disparità competitiva tra le imprese locali e le altre, perseguendo lo sviluppo del territorio attraverso il reinvestimento in loco dei profitti e la crescita professionale dei tecnici e delle maestranze locali.
Banche ed assicurazioni dovrebbero avere le direzioni nelle zone in cui operano e lì reinvestire una quota significativa dei propri profitti, al fine di favorire lo sviluppo delle imprese e del territorio.
Federalismo del commercio
Gli importatori di beni comunitari o extracomunitari dovrebbero avere le sedi nella macroregione e lì reinvestire una parte significativa dei profitti, non essendo eticamente ammissibile l’importazione di beni attraverso macroregioni diverse.
Federalismo Militare
Siccome a seguito del cambiamento degli scenari internazionali non esiste più un pericolo proveniente dall’Est Europa e poiché la maggior parte dei militari è costituita da meridionali, è in queste regioni che devono essere costruite le caserme, così che lo sviluppo dell’indotto avvantaggi le zone e le popolazioni che maggiormente contribuiscono alla difesa della nazione. Lo stesso dicasi per la Marina militare, da localizzare al Sud.